Bestemmia “per circa 12 volte”: solo multa per Sottil. Lui precisa: “Non è mia abitudine”

Il tecnico dell’Ascoli, durante la sfida con la Reggiana, ha pronunciato espressioni blasfeme. Poi precisa: “Si può sbagliare, sono un padre di famiglia con un’educazione precisa”

Altra bestemmia, altra multa. Ormai le squalifiche per espressioni blasfeme non sono più una novità. Il dibattito infinito sulla laicità all’interno dei campi di calcio, portato avanti per ultimo da Serse Cosmi (squalificato per un turno a causa di una bestemmia), si arricchisce di un nuovo episodio. Siamo in Serie B, al Mapei Stadium di Reggio Emilia, dove lo scorso 14 febbraio andava in scena un delicato scontro diretto tra due squadre in lotta per la salvezza. Reggiana-Ascoli è finita 1-0 in favore dei padroni di casa, con un’espulsione tra gli ospiti e con il gol decisivo arrivato su rigore e realizzato dell’ex di giornata, Matteo Ardemagni. Facile immaginare come il nervosismo, tra i bianconeri, fosse alle stelle. Così è accaduto che l’allenatore Andrea Sottil si sia lasciato scappare qualche parola di troppo. Per l’esattezza, il tecnico dell’Ascoli ha “pronunciato ripetutamente, per circa 12 volte, espressioni blasfeme”, proprio come si legge nel comunicato diffuso dalla FIGC.

ARRIVA IL VESCOVO Il tecnico bianconero dovrà versare 1.250 euro sul conto corrente della Federazione. Nessuna squalifica, ma le bestemmie hanno comunque un costo: praticamente 100 euro l’una. Ironia della sorte, la notizia della multa è arrivata proprio nel giorno in cui nel quartier generale dei bianconeri è spuntato il Vescovo di Ascoli Domenico Pompili per augurare una felice Santa Pasqua. Ad aspettarlo c’erano due dirigenti del club, ma non il Mister.

IL COMUNICATO

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Con una nota ufficiale l’allenatore ha voluto precisare: “Non mi piace che venga fuori l’immagine di una persona che è solita dire bestemmie perché non lo sono, nella maniera più assoluta. Ho ricevuto una precisa educazione da parte dei miei genitori, mia madre in modo particolare. Sono un padre di famiglia che ci tiene sempre a dare il buon esempio e a essere un punto di riferimento per i miei figli. Si può sempre sbagliare e nella concitazione del gioco può capitare che si trascenda e si pronuncino anche parole foneticamente simili ad espressioni blasfeme, ma lungi da me voler urtare la sensibilità di alcuni”.