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Il calcio non è una guerra

Tutto lo sport, calcio compreso, non ha come primo obiettivo la vittoria, ma il gioco, il divertimento, lo stare insieme.

La vittoria non è un fine ma un tramite, la strada attraverso cui raggiungiamo lo scopo primario dello sport: l’entusiasmo, la bellezza del gesto atletico, la condivisione di momenti d’esaltazione.

Molte volte assistiamo ad una grande inciviltà: giocatori che simulano falli,
dirigenti che ricorrono a “mezzucci” per rubare il risultato in nome di una vittoria, che non ha senso se mancano i valori fondamentali, in primis la lealtà.

Occorre educare i ragazzi ai valori dello sport, affinché possano contribuire a
trasformare il calcio da sport vituperato dai benpensanti a simbolo della socialità umana.

Si comincia sempre dall’allenamento, che non è l’esercizio meccanico, per prepare i muscoli al gol; ma il rito settimanale che predispone la mente e il corpo al gesto atletico di squadra. Il gol è solo il coronamento di tutto questo, l’istante –
puntiforme – in cui tutta la squadra libera la propria energia.

Vorrei chiudere quest’anno con un augurio sincero: che il calcio possa abbandonare la sua fama di sport violento, volgare, mediocre ed assurgere a simbolo di pace e fratellanza universale. Lo sport, come tutte le altre manifestazioni dello spirito umano, ha il grande fine di unire le persone.

Buon Anno a tutti voi! S. B.