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Blasfema messa in scena: un politico dà la comunione ai suoi adepti

Il comico fondatore del movimento politico pentastellato, al termine del suo spettacolo del 9 aprile a Torino, ha compiuto un gesto che oscilla fra il disgustoso e l’esecrabile. Chiamati sul palco i principali esponenti del movimento, ha dato loro la comunione, sostituendo l’ostia con dei grilli secchi.

Al di là della sceneggiata autocelebrativa (gli stessi grilli sono un omaggio al suo nome ), ha colpito la blasfemia del gesto. Di sicuro è stata una scelta strategica per aumentare l’audience a far parlare di sé; però non è l’intenzione che offende, ma il modo. Mimare un gesto sacro, scimmiottare un sacramento religioso, francamente è davvero volgare.
Se anche volessimo sorvolare sugli aspetti grotteschi del personaggio, è lecito chiedersi come i suoi adepti abbiano potuto accettare una cosa del genere, arrivando a mangiare per giunta degli insetti, che non appartengono minimamente alla nostra cultura gastronomica!
Politica e religione sono due regni separati, fra i quali deve esserci rispetto assoluto. La politica non può permettersi di offendere una religione professata da milioni di cittadini; a maggior ragione un partito, che dovrebbe convincere i suoi elettori, non offenderli.
La politica dovrebbe essere fatta con intelligenza e non dovrebbe mai scadere nella volgarità più bieca e blasfema, pessimo esempio per noi e i nostri figli. S. B.